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Scrivere un curriculum: cosa fare, cosa evitare

Se cercate un lavoro, la stragrande maggioranza delle vostre possibilità passano attraverso un colloquio. Per avere un colloquio, la quasi totalità delle vostre speranze sono riposte nel vostro curriculum vitae.

Il curriculum è il primo passo per farsi conoscere, il biglietto da visita attraverso il quale ci presentiamo. Per questo è importante non commettere errori e riuscire a renderlo interessante. Non esiste una ricetta “ad hoc” per formulare un cv, ma ci sono dei piccoli accorgimenti da seguire, al fine di evitare che il proprio bagaglio di esperienze finisca “cestinato” per direttissima.

Ci troviamo in un periodo dell’anno molto delicato: molte aziende, uffici, società di servizi stanno pianificando la prossima stagione lavorativa. Per chi è a caccia di un’occupazione, oppure vuol cambiare quella che ha già, questo è la stagione dove nei migliaia di uffici del personale arriva la “pioggia” di curriculum.

Servendoci di una recente ricerca di Gi Group e del contributo di Giovanna Rappini, Responsabile della società di recruiting Aquero S.r.l. , andiamo a vedere quali sono innanzitutto le cose da non fare assolutamente quando si compila il proprio curriculum.

- Evitare di scrivere un “saggio” di decine di pagine su sè stessi: se il cv è fatto di una mazzetta di fogli (anche telematici) non verrà neanche preso in considerazione.
- Evitare di essere contorti e prolissi. La chiarezza è sempre vincente.
- Non mettere le proprie esperienze lavorative passate in ordine crescente: è buona cosa partire sempre dalle più recenti per poi andare cronologicamente a ritroso.
- Non mandare a tutte le aziende lo stesso cv. E’ bene personalizzare a seconda delle aziende, puntando di volta in volta su forma e contenuti diversi.

“Chi cerca lavoro – spiega Giovanna Rappini – deve innanzitutto saper fare una distinzione. Ci sono aziende che cercano chi fa al caso loro direttamente, poi ci sono le agenzie di recruiting, e infine le agenzie interinali. Tra le ultime due spesso si tende a fare confusione. Poi, nella compilazione del CV, è bene essere sintetici e precisi”.

Ecco i 10 suggerimenti di Gi Group:

• Non più di 2 pagine
• Metti i puntini sulle i
• Breve lettera di presentazione
• Il proprio percorso formativo
• I propri interessi
• Scrivere solo cose vere e non “pompare”
• Personalizzare il CV a seconda della azienda a cui lo si manda
• Esplicitare, se necessario, i propri obiettivi professionali
• Specificare il proprio grado di flessibilità
• Autorizzare il trattamento dei propri dati sensibili


“Sulle motivazioni bisogna fare dei distinguo” – spiega la Rappini. “Se il posto di lavoro in questione è dirigenziale, va da sé che inserire nel curriculum le motivazioni è superfluo, perché a quel livello si presume che esse ci siano. Per un posto di lavoro da venditore, ad esempio, esse invece sono una caratteristica fondamentale”.


Sugli obiettivi invece dipende dalla azienda che offre il posto. “ Specificare le proprie ambizioni – prosegue la Trappini - e i propri obiettivi personali può essere una buona cosa per le domande alle multinazionali o ai grandi gruppi la cui gestione è affidata ai manager. Per le piccole aziende invece, dove spesso i proprietari sono gli stessi ad amministrare, è preferibile non inserirli”.


Due cose che non devono mancare sono il grado di conoscenza di lingue straniere e le proprie conoscenze informatiche. “Questi due aspetti oggi sono nevralgici in un curriculum. Essere precisi e non dire bugie su queste cose è alla base”.


(Valerio Mingarelli)